Cronaca dall'interno della crisi economico finanziaria


Cronaca dall'interno della crisi.
Ormai, le vere cause di una crisi economico-finanziaria spaventosa, sono nascoste dalla
drammaticità della situazione. Non è ben comprensibile se sia un fenomeno imputabile alla politica
e ai governi nazionali, non si capisce se sia un prodotto della globalizzazione o dell'unificazione
europea, non è chiaro se in tutta la circostanza abbiano influito anche le singole culture popolari e
religiose. Sicuramente i contrasti tra mentalità regionali e locali, gli innumerevoli esempi non
propriamente edificanti di una classe politica vecchia, dedita a tutelare solo il proprio benessere e i
propri viscidi interessi, non hanno stimolato uno sviluppo onesto e positivo. Quando una persona
dice ciò che pensa, è messa a tacere, rimane vittima di epurazioni di regime o è boicottata fino
all'esasperazione!. Sia ben chiaro, ogni persona sa quali siano azioni etiche, scelte sensate o prese di
posizione sbagliate, nonostante ciò, protrae nel tempo determinati atteggiamenti, la convinzione
orgogliosa ha semplicemente la funzione di indirizzare le scelte personali per soddisfare e tutelare
gli alti interessi di altri individui. Il singolo individuo può cercare di rendere partecipe la società
che lo circonda, ma purtroppo ognuno è costretto a tutelare se stesso, vittima di deterrenti politici e
legali non intraprende alcuna iniziativa per migliorare la situazione.
Attualmente, ogni giorno una ditta cessa la propria attività in modo definitivo, ogni giorno un
esercizio deve ricorrere alla cassa integrazione, ogni giorno una famiglia comincia a stentare. La
miseria trasforma anche le persone più rette e integerrime, la necessità prima della sofferenza
spinge a compiere azioni estreme e illegali. In ogni strada compaiono continuamente cartelli rossi e
gialli con la dicitura :– vendesi e affittasi-, molti dei quali visibilmente sbiaditi, le famiglie vendono
immobili e terreni per fronteggiare la mancanza di introiti liquidi (lo stipendio) per comprare i
generi di prima necessità. La classe dirigente non ha calcolato che la sparizione delle attività
produttive, agricole e industriali porterà all'implosione l'economia nazionale che non è
adeguatamente preparata ad un cambiamento così radicale.

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